sabato 1 marzo 2014

Manuale di autodifesa per genitori preoccupati




Autore: Roccella, Eugenia  Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it

Ho trovato in rete queste utili considerazioni di Eugenia Roccella a proposito della responsabilità educativa delle famiglie, in questo gravissimo frangente, in cui si vuole imporre una «educazione di stato» che escluda i genitori dalla loro responsabilità educativa.
A questo riguardo non posso che ricordare due documenti della Chiesa, di una impressionante attualità
1. Durante la tragedia nazista, quando la scuola per la propaganda doveva essere a servizio della ideologia, il Papa Pio XI ammoniva in questo modo i cattolici: «Un saluto particolarmente cordiale va anche ai genitori cattolici. I loro diritti e i loro doveri nell’educazione dei figli, da Dio loro donati, stanno, al momento presente, nel punto cruciale di una lotta, della quale appena si può immaginarne altra più grave. La Chiesa di Cristo non può cominciare a gemere e a deplorare solo quando gli altari vengono spogliati e mani sacrileghe mandano in fiamme i santuari. Quando si cerca di profanare il tabernacolo dell’anima del fanciullo, santificata dal battesimo, con un’educazione anticristiana, quando viene strappata da questo vivo tempio di Dio la fiaccola della fede e viene posta in suo luogo la falsa luce di un succedaneo della fede, che non ha più nulla in comune con la fede della Croce, allora la profanazione spirituale del tempio è vicina ed è dovere di ogni credente di scindere chiaramente la sua responsabilità da quella della parte contraria e la sua coscienza da qualsiasi peccaminosa collaborazione a tale nefasta distruzione.» [Encicl. Mit brennender Sorge, 14 marzo 1937]
2. Il Concilio Vaticano II nel documento sulla educazione, così afferma: «I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l'obbligo gravissimo di educare la prole: vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa. Questa loro funzione educativa è tanto importante che, se manca, può difficilmente essere supplita.»
Ho ricevuto molte mail di genitori preoccupati per le mille iniziative che stanno arrivando nelle scuole, anche in quelle elementari, per “educare” i bambini e i ragazzi alle teorie del gender: dalla favoletta del “Qual è il segreto di Papà?” ai libretti dell’Unar, in cui per esempio si suggeriscono domande come: “i rapporti eterosessuali sono naturali?”, o si afferma ancora “vi è un modello omofobo di tipo religioso, che considera l’omosessualità un peccato”, o suggerimenti agli insegnanti del tipo: “Non usare analogie che facciano riferimento a una prospettiva eteronormativa (cioè che assuma che l’eterosessualità sia l’orientamento ‘normale’, invece che uno dei possibili orientamenti sessuali). Tale punto di vista, ad esempio, può tradursi nell’assunzione che un bambino da grande si innamorerà di una donna e la sposerà”.
Di fronte a queste iniziative che si moltiplicano, propongo un piccolo manuale di autodifesa.

Prima dell’iscrizione, per la scuola da scegliere:

- chiedere informazioni sul POF (Piano dell’Offerta Formativa), cioè la “carta di identità” con cui oggi le scuole si presentano, per verificare la presenza di programmi di formazione su argomenti come genitorialità, famiglie, discriminazioni, bullismo, stereotipi di genere;
- nel caso, chiedere informazioni specifiche sui contenuti (compresi materiali utilizzati: testi, film, documentari) e sugli obiettivi che ci si prefissa, per chiarire bene di cosa si vuole parlare e con quali finalità;
- possibilmente insieme a altri genitori che condividono le stesse preoccupazioni, chiedere un colloquio con il preside o dirigente scolastico per presentare le proprie richieste educative, specificando che servono per scegliere la scuola;

dopo l’iscrizione:

- nella scelta dei rappresentanti dei genitori nei vari consessi porre la vigilanza su queste tematiche come uno dei punti caratterizzanti l’attività dei rappresentanti stessi; attivare quindi i rappresentanti dei genitori nei consessi scolastici per fare presente le proprie richieste e preoccupazioni;
- nel caso in cui siano state offerte lezioni o corsi su argomenti come quelli di cui sopra, con contenuti che non si ritengono condivisibili, possibilmente insieme ad altri genitori, chiedere un colloquio con il preside o dirigente scolastico per esprimere le proprie richieste di chiarimenti, innanzitutto verificando che quanto proposto fosse effettivamente contenuto nel POF;
- segnalare pubblicamente le proprie rimostranze al preside/provveditore
- segnalare il caso alle associazioni locali che seguono la famiglia (per es. forum delle famiglie) o che possono consigliare iniziative (es. giuristi per la vita)
- segnalare comunque alla politica: le mail dei parlamentari sono tutte on-line nei siti della Camera e del Senato.

QUI l'originale

Alcuni documenti utili:



Articoli correlati

Nessun commento:

Posta un commento