martedì 25 marzo 2014

CONSIGLIO EPISCOPALE – La Chiesa italiana “dall’io al noi dal mio al nostro”

La prolusione del presidente della Cei, Angelo Bagnasco, al consiglio episcopale permanente. Ribadita la vocazione della Chiesa a servire il Paese con i “mezzi della debolezza e della povertà”. Attenta analisi della misera materiale, morale e spirituale, secondo le indicazioni di Papa Francesco. Il ruolo della Caritas e la promozione della famiglia e della scuola cattolica. Il no alla cultura del gender
Luigi Crimella
Una Chiesa che vuole servire il Paese con i “mezzi della debolezza e della povertà” come insegna Papa Francesco, ma che non rinuncia a parlare e ad occuparsi di tutto ciò che riguarda gli uomini, perché “i pastori, accogliendo gli apporti delle diverse scienze, hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone”: così ha detto lunedì sera a Roma, nella prolusione ai lavori del consiglio episcopale permanente, che proseguiranno fino a giovedì, il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco. Tanti i temi sui quali il cardinale ha richiamato l’attenzione dei confratelli vescovi: dai contenuti del messaggio del Papa per la Quaresima alle novità dello statuto Cei in via di rinnovamento, dalle due note in uscita sulla scuola cattolica e sull’ “Ordo Virginum”, alla crisi economica e occupazionale che prosegue lasciando strascichi crescenti di povertà tra la popolazione. E ancora, il cardinale ha parlato di obiezione di coscienza che viene avversata a livello europeo, come di “leggi immorali” che vengono promosse e propagandate, di attacchi alla vita nascente e nei suoi stadi finali, di egoismo e sfruttamento di bambini, donne, ceti più poveri, fino alla criminalità e ai conflitti in corso in varie parti del mondo. Una prolusione che non mancherà di suscitare dibattiti a vario livello, perché si occupa anche della libertà educativa, dei “maltrattamenti” alla scuola cattolica, dei tentativi di “indottrinamento” con le campagne Lgbt nelle scuole, di fenomeni preoccupanti quali l’ “alcol estremo” che minacciano la tenuta delle generazioni più giovani.
Il disagio delle famiglie distrutte. Le felicitazioni al neo-cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, da parte del presidente della Cei sono state accompagnate dalla riproposizione dei tipi di “miseria” di cui ha parlato il Papa: quella materiale, morale e spirituale. Dopo sei anni di crisi oggi ci si rende conto che è stato chiesto “un prezzo altissimo al lavoro e all’occupazione” e i risultati, in termini di miseria crescente, sono sotto gli occhi di tutti. Il card. Bagnasco ha così invitato governo e parlamento a “incentivare i consumi senza ritornare nella logica perversa del consumismo che divora il consumatore”, sostenendo “in modo incisivo chi crea lavoro e occupazione in Italia” e incidendo “su sprechi e macchinosità istituzionali e burocratiche”. Ha poi richiamato i dati del Rapporto Caritas 2014 “False partenze”, che verrà presentato a breve, sottolineando un aspetto non da tutti adeguatamente considerato: “Si registrano anche gravi e crescenti difficoltà derivanti purtroppo dalla rottura dei rapporti coniugali – ha affermato – sia a livello occupazionale che abitativo. Il 66,1 % dei separati dichiara di non riuscire a provvedere all’acquisto dei beni di prima necessità”. “A questi dati di ordine materiale si devono aggiungere quelli di tipo relazionale tra padri e figli: il 68% dichiara che la separazione ha inciso negativamente su tale rapporto”. 
Se l’occidente vuole corrompere l’umanesimo. Una parte cospicua della prolusione è stata dedicata a temi di natura morale, quali la “schiavitù del vizio e del peccato”, causa non infrequente anche di “rovina economica”, e ciò pone di fronte all’esigenza di continuare ad annunciare i valori cristiani in una Europa in cui sembra prevalere quella che il cardinale ha definito la “violenza accattivante delle ideologie”. Ha parlato a questo riguardo di rifiuto dell’obiezione di coscienza, con gravi rischi per la tutela della vita (aborto, eutanasia ecc.) come pure di pratiche dei paesi occidentali che, per concedere finanziamenti ai paesi più poveri, pongono loro ricatti, inducendoli ad adottare “leggi immorali”. “Se l’occidente vuole corrompere l’umanesimo – ha affermato – sarà l’umanesimo che si allontanerà dall’occidente e troverà altri lidi meno ideologici e più sensati”. Causa profonda di questi comportamenti è la diffusione di una “visione iperindividualistica” che è “all’origine dei mali del mondo” e che investe famiglie, economia, finanza e politica. Il cardinale ha così esortato alla “conversione dall’io al noi e dal mio al nostro”, cioè a uno slancio di senso fraterno che farà bene tanto alla società quanto all’economia. Circa l’educazione e la scuola, ha richiamato l’appuntamento col Papa del 10 maggio e ha deplorato le iniziative in atto nelle scuola a cura dell’Unar, sui temi del “gender”, definendole “campi di rieducazione” e “indottrinamento” contrarie a quanto i genitori desiderano per i loro figli. Così ha esortato i genitori stessi a reagire, “non facendosi intimidire” perché sull’educazione “non c’è autorità che tenga”, ha affermato.
Fonte: agensir

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