martedì 4 marzo 2014

Il raccolto del bene dal male


11° appuntamento settimanale con i contributi spirituali del Monastero di S.Benedetto di Norcia. Autore Fr. Cassian Folsom – Data liturgica: Dominica V post Ephipaniam – Letture: Col 3: 12-17 & Mt 13, 24-30
La parabola della zizzania suscita in noi una domanda fondamentale: perché c’è male nel mondo?  Se Dio è onnipotente, perché non ha fatto sì che ci fosse solo il bene?  Se osserviamo la realtà che ci circonda, se riflettiamo sulla vita, ci rendiamo conto subito che c’è una grande mescolanza di bene e male, di buoni e cattivi, di bello e brutto.  Perché?  Ovviamente il Padrone della messe permette che le cose siano così.  Dice infatti: Lasciate che la zizzania e il grano crescano insieme fino alla mietitutra… (Mt 13,30).  Perché?  Se Dio ha un progetto per superare il danno fatto dal Nemico, qual è la sua strategia?
Una strategia c’è, e può essere spiegata in tre modi diversi, in quanto la parabola può riferirsi al mondo, alla Chiesa, e al cuore umano.
1. MONDO
Nel mondo, i buoni e i cattivi crescono insieme.  La libertà terribile che il Signore ci ha conferito ci dà la possibilità di scegliere il male, e lo facciamo molto frequentamente.  Nell’interesse dell’argomento, però, mettiamoci della parte dei buoni, e poniamoci la domanda: perché Dio permette che i cattivi crescano insieme ai buoni?  Si potrebbe rispondere in vari modi.
Una risposta è che la presenza dei cattivi ci fornisce il materiale concreto per adempiere il comandamento evangelico: amare i vostri nemici (Mt 5,44).  Con questo comandamento siamo al cuore del Vangelo, e se non lo prendiamo sul serio, siamo ancora immaturi nella fede.  La presenza del nemico aumenta la nostra capacità di amare, perdonare, soffrire con Cristo.
Un’altra spiegazione sarebbe questa: i cattivi possono addirittura perseguitare i buoni, e in quel caso, i buoni imparano come sopportare le prove con pazienza.
O ancora: l’esistenza dei cattivi può servire da stimolo ai buoni di impegnarsi nel fare il bene, convinti che l’amore è più forte dell’odio.
In fine, il fatto che i buoni e i cattivi crescano insieme può servire anche da aiuto ai cattivi.  Forse a causa dell’esempio positivo dei buoni, i cattivi si convertano.  Il Signore, infatti, dice per mezzo del profeta Ezechiele: Forse che io ho piacere della morte del malvagio, o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? (Ez 18,23).
Lasciate che la zizzania e il grano crescano insieme fino alla mietitura… dice la parabola. (Mt 13,30)
2. CHIESA
Nella Chiesa, la verità della fede e l’errore dell’eresia crescono insieme.  Già nel Nuovo Testamento ci sono esempi di questi conflitti.  Nel epoca così-detta aurea dei Padri, i grandi santi e dottori della Chiesa dovevono impegnarsi costantamente nella lotta contra le eresie.  E’ stato sempre così, fino ai nostri giorni.  Perché il Signore permette questo?
Sappiamo che le eresie spesso prendono una parte della verità e la esagerano, o affrontano delle questiones disputatae e giungono a delle conclusioni sbagliate.  La presenza di eresie nella Chiesa può servire a perfezionare la formulazione della verità.  Il Credo che canteremo fra poco è stato formulato proprio per affermare la fede ortodossa contro l’eresia degli Ariani.  Senza l’eresia, non avremmo oggi il Credo, né la chiarezza della fede espressa in esso.
Le eresie possono essere corrette in due modi principali.  C’è la rifutazione dell’errore adoperando gli strumenti dell’argomento, della logica, della ragione, dell’affermazione e della negazione di tesi teologiche.  Sant’Agostino, ad esempio, fu convertito dalla eresia dei Manichei per mezzo della predicazione e della esegesi biblica di Sant’Ambrogio.  Poi, c’è anche l’esempio di vita dei fedeli.
Il Signore dice nel vangelo di San Giovanni: Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv 13,35).  Nel racconto dei martiri, vediamo che molti dei persecutori pagani furono convertiti dall’esempio di coraggio e di fede incrollabile dei Cristiani.
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura, dice la parabola
3. CUORE UMANO
Questa situazione ambigua si può constatare non soltanto al di fuori di noi (nel mondo e nella Chiesa) ma anche dentro di noi, nel cuore umano, dove le virtù e i vizi crescono insieme.  Come mai nella stessa persona possono co-esistere tante qualità buone e allo stesso tempo tanti difetti?  Naturalmente, dobbiamo tutti noi lottare e impegnarci per sradicare i nostri vizi e sviluppare le virtù.   Ma la lotta è così dura, e il progresso sembra così lento.  Perché il Signore permette tutto ciò?
Prima di tutto, l’esperienza dei nostri peccati può darci una maggiore compassione per la debolezza degli altri.  Come dice il Signore: Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei (Gv 8,7).  O come ribadisce San Paolo: Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Rm 3,23).  O di nuovo, nella lettera agli Ebrei, il sommo sacerdote viene descritto come uno che proprio per essere stato messo alla prova ed aver sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova (Eb 2,18).
Ma c’è un altro motivo per il quale il Signore permette che i vizi e le virtù crescano insieme nei nostri cuori.  San Giovanni Cassiano spiega che la continua presenza dei nostri vizi può servire a tenerci alla via regia, può obbligarci a rimanere sulla via di mezzo tra i due estremi della carne e dello spirito.  Ad esempio, qualcuno di carattere irascibile non può vantarsi della sua virtù, perché la sua impazienza e la sua ira lo fanno umile.
O qualcuno che distribuisce elemosine generosamente non può sentirsi già santo quando i suoi vari difetti lo rendono una persona di carattere un po’ difficile.  San Paolo, ad esempio, avrebbe potuto vantarsi di essere uno dei grandi.  Ma il Signore gli ha messo una spina nella carne, perché non montasse in superbia per la grandezza delle rivelazioni (cf. 2 Cor 12:7-9).
Ancora una volta, la zizzania e il grano crescono insieme.
CONCLUSIONE
Abbiamo citato spesso il versetto che dice: Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura (Mt 13,30).  Il testo prosegue, però.  Dice: al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio (Mt 13,30).  Abbiamo visto che questa convivenza strana del bene e del male nel mondo, nella Chiesa e nel cuore umano ha uno scopo pedagogico: salvare i buoni e convertire i cattivi.  E nella sua pazienza, il Signore aspetta il nostro miglioramento.  Ma verrà il giorno della mietitura – il giorno della nostra morte – e in quel momento, si faranno i conti.  Occorre lavorare adesso, mentre siamo ancora in vita, per produrre più grano, meno zizzania!

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