dalla Diocesi di Lucera-Troia
In Gesù Cristo il nuovo umanesimo.
Un titolo lungamente discusso. Prima e innanzitutto nella Conferenza
Episcopale Italiana e poi nel Comitato Preparatorio, che sta lavorando
già da diverso tempo, in vista del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale (che
si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015): sia nella produzione
dell’Invito, sia nella stesura della Traccia che cercheremo di rileggere in queste pagine.
In Gesù Cristo ‘il’ nuovo umanesimo.
E perché non ‘un’ nuovo umanesimo? Capiamo che non si tratta solo un
problema estetico o retorico, ma di un’oscillazione: tra il
determinativo e l’indeterminativo, tra l’accento messo sulla nostra
specificità cristiana, e l’accento messo su una dimensione maggiormente
universale e dialogica. Nel secondo caso si tratta di riconoscere che
quella che il cristianesimo offre è ‘una’ prospettiva, in cammino con
altre prospettive teoriche, culturali ed esperienziali dell’umano: ‘un’
umanesimo e non ‘lo’ umanesimo.
Nel titolo sembra
prevalere, invece, il primo orientamento, la sfumatura determinativa. Da
subito, però, l’Invito al Convegno ecclesiale e la Traccia preparatoria
hanno sfumato il rischio impositivo che si poteva annidare
nell’intitolazione determinativa, il rischio di presentare una chiusura
della Chiesa in se stessa, quasi come se a Firenze, culla
dell’umanesimo, la Chiesa italiana volesse dire al mondo qual è il
(nuovo) vero umanesimo; quasi come se, oggi, che tanti falsi umanesimi
fanno sentire la loro voce, la Chiesa italiana volesse dire la verità
sull’umanesimo; dall’alto; in maniera dimostrativa.
» Leggi il testo integrale (23 pp.)
Questo
contributo nasce da una rielaborazione della relazione tenuta da
Annalisa Caputo nella Diocesi di Lucera-Troia all’incontro di
presentazione della Traccia, il 20 febbraio 2015. Annalisa Caputo è
docente di Linguaggi della filosofia all’Università degli studi di Bari
e di Antropologia filosofica alla Facoltà Teologica Pugliese).
da | firenze2015
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