di Andrea Tomasi
L’ambiente dei social network
sta diventando un modo di pensare e di vivere. La cultura digitale
rischia però di produrre una sorta di “mutazione” antropologica, un
cambiamento del concetto di persona umana. L’umanesimo deve
pertanto assumere la sfida delle tecnologie, che è in primo luogo una
sfida culturale ed etica da affrontare sul piano educativo. Educare
“nella”, “alla”, “con la” tecnologia digitale richiede la mediazione con
i nuovi modelli di comunicazione e di relazione imposti dalla rete.
Occorre trovare nuovi linguaggi, nuove modalità espressive, con la
costante attenzione a non tradire il contenuto di fedeltà all’uomo, la
sua centralità rispetto ad ogni altro valore.
La
famiglia, la comunità, un ideale di pienezza di vita, fino ai concetti
stessi di conoscenza, di verità, di giustizia, di libertà, di amore sono
sottoposti al vaglio della mentalità “della rete” e alle possibilità di
essere snaturati dalla cultura corrente. In questo passaggio,
che possiamo dire epocale per la velocità e la pervasività con cui si è
prodotto, si rinnova la sfida di “inculturare” la fede, di “rendere
ragione della speranza”, di indicare una prospettiva di significato
all’uomo d’oggi.
Andrea Tomasi è docente di Sistemi Informativi all’ Università degli Studi di Pisa. Sposato, padre di tre figli, collabora con il Servizio Informatico della CEI fin dalla sua costituzione. Ha diretto il progetto “Parnaso, strumenti informatici e telematici per la fruizione dei beni culturali ecclesiastici”. È membro del Consiglio Direttivo di WECA – Associazione Web Cattolici. Ha partecipato alla ricerca “Churchbook: tra social network e pastorale. È autore, con Dario Caturegli, del testo Tutti in rete. Internet e computer nella pastorale giovanile e nella catechesi parrocchiale (Paoline 2002).
da | firenze2015
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