domenica 26 aprile 2015

Comunicare ed educare: la “generazione digitale”


smartphone


di Andrea Tomasi
L’ambiente dei social network sta diventando un modo di pensare e di vivere. La cultura digitale rischia però di produrre una sorta di “mutazione” antropologica, un cambiamento del concetto di persona umana. L’umanesimo deve pertanto assumere la sfida delle tecnologie, che è in primo luogo una sfida culturale ed etica da affrontare sul piano educativo. Educare “nella”, “alla”, “con la” tecnologia digitale richiede la mediazione con i nuovi modelli di comunicazione e di relazione imposti dalla rete. Occorre trovare nuovi linguaggi, nuove modalità espressive, con la costante attenzione a non tradire il contenuto di fedeltà all’uomo, la sua centralità rispetto ad ogni altro valore.
La famiglia, la comunità, un ideale di pienezza di vita, fino ai concetti stessi di conoscenza, di verità, di giustizia, di libertà, di amore sono sottoposti al vaglio della mentalità “della rete” e alle possibilità di essere snaturati dalla cultura corrente. In questo passaggio, che possiamo dire epocale per la velocità e la pervasività con cui si è prodotto, si rinnova la sfida di “inculturare” la fede, di “rendere ragione della speranza”, di indicare una prospettiva di significato all’uomo d’oggi.


Andrea Tomasi è docente di Sistemi Informativi all’ Università degli Studi di Pisa. Sposato, padre di tre figli, collabora con il Servizio Informatico della CEI fin dalla sua costituzione. Ha diretto il progetto “Parnaso, strumenti informatici e telematici per la fruizione dei beni culturali ecclesiastici”. È membro del Consiglio Direttivo di WECA – Associazione Web Cattolici. Ha partecipato alla ricerca “Churchbook: tra social network e pastorale. È autore, con Dario Caturegli, del testo Tutti in rete. Internet e computer nella pastorale giovanile e nella catechesi parrocchiale (Paoline 2002).

da | firenze2015

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