giovedì 7 maggio 2015

Domenica 10 maggio il Vescovo Beniamino ordina 13 nuovi diaconi per la chiesa vicentina



Domenica 10 maggio alle 16 in Cattedrale il vescovo mons. Beniamino Pizziol ordinerà 13 nuovi diaconi per la chiesa vicentina: otto sono giovani studenti del Seminario diocesano che ricevono il diaconato in vista di una futura ordinazione sacerdotale, mentre gli altri cinque sono diaconi permanenti.

Diakonia è la parola greca che definisce la funzione dei diaconi. Significa servizio, ed è di tale importanza per la Chiesa che viene conferita con un atto sacramentale definito “ordinazione”.

Ma qual è il servizio che i diaconi prestano alla Chiesa? Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “I diaconi partecipano, in una maniera particolare, alla missione e alla grazia di Cristo. Il sacramento dell'Ordine imprime in loro un sigillo che nulla può cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto 'diacono', cioè servo di tutti. Compete: assistere il Vescovo e i presbiteri, assistere e benedire il Matrimonio e il battesimo, proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali e dedicarsi ai vari servizi della carità”.

Inteso in questo modo, il diaconato offre alla Chiesa la possibilità di contare su una persona per i compiti pastorali e ministeriali, è un arricchimento importante per la sua missione e per la vita delle comunità parrocchiali. Mentre i sacerdoti ordinati della Chiesa latina sono uomini credenti che vivono celibi e hanno il proposito di mantenere il celibato per il Regno dei Cieli, i diaconi “permanenti” possono essere sposati, ma qualora fossero celibi al momento dell’ordinazione sono chiamati a rimanere tali anche in seguito.

Gli ordinandi diaconi del Seminario Vescovile (che potete vedere nella foto) sono Carlo Sandonà di San Pietro in Gu, Christian Corradin di Poleo, Enrico Destrini di Almisano, Enrico Posenato di Villabalzana, Manuel Loreni di Fimon, Marco Ferrari di Colzè, Michele Giuriato di Gambugliano, e Roberto Viero di S. Carlo in Vicenza.

Spiega Manuel Loreni: “Alla base di questa scelta c’è semplicemente quel desiderio di ogni uomo e donna, di “conseguire la salvezza”; una vita bella, che realizzi in pienezza il nostro battesimo. La vita di chi come te, come me, si mette alla sequela della croce di Cristo nella semplicità di ogni giorno, anche senza sapere bene che cosa stia cercando…. Se chiedessi a ciascuno dei miei compagni che cosa significa per loro essere ordinati diaconi, credo che potrebbero andare avanti per ore a parole e racconti, esperienze e sogni … ma nonostante questo, non finirei di stupirmi del silenzio che avvolge questa risposta. Un silenzio che racchiude in sé un tempo di duro discernimento, fatto di lacrime e conquiste, di desideri e delusioni; un tempo di notti insonni, per cercare di capire se davvero è questo ciò che la Chiesa ci sta chiedendo e se siamo pronti ad assumere un mistero così grande e definitivo; un tempo fatto di giornate affollate di impegni, mai stanchi di essere disponibili, come della quiete dolce di un caffè, nella cucina della canonica, passato condividendo con chi suona il campanello, semplicemente, la vita. E ancora, trascorsi ormai sei anni di formazione, torno a chiedermi che cosa spinge otto giovani ragazzi, ed altri cinque padri di famiglia, ad assumere la veste del servo. Sì, perché il diacono, senza nessun romanticismo, è un servo. Un misero schiavo, ai piedi della sua comunità, e attraverso essa, ai piedi del suo unico Signore. Piedi talvolta sporchi, feriti, maleodoranti, o al contrario perfino troppo curati, vuoti della loro sterile perfezione. Piedi che chiedono di essere guardati senza giudizio, accolti, lavati e baciati”.

Il 10 maggio insieme agli otto giovani del seminario saranno ordinati anche cinque uomini adulti, di cui quattro coniugati.
Il loro sarà un servizio di diaconato permanente a servizio di una comunità cristiana della diocesi:

Gianfranco Avataneo, 46 anni, sposato con Cristina e padre di tre figli, impegnato nell’ UP Veronella-Zimella nell’ambito Caritas.
Pio Claudio Dalla Valeria, 57 anni, sposato con Donatella, ha una figlia e un nipote, presta servizio nella comunità di san Paolo di Alte di Montecchio Maggiore.
Giuseppe Marcheluzzo, 50 anni, opera nella comunità di sant’Andrea di Cologna Veneta, dove si occupa di Acr; dei cinque candidati è l’unico celibe.
Francesco Stropparo, 57 anni, sposato con Emanuela, ha due figli e due nipoti, presta servizio nella unità pastorale di Cresole e Rettorgole in ambito Caritas.
Valter Zantedeschi, 60 anni, sposato con Luisa, ha tre figlie e due nipoti; è impegnato nella parrocchia di sant’Ulderico di Creazzo ed è campanaro.

In formazione dal 2008, sostenuti e guidati da don Gianni Trabacchin e dai diaconi Antonio Castagna e Bruno Angelo Fontana con la moglie Anna Maria, hanno camminato insieme nel discernimento di una vita al servizio di Cristo e della sua Chiesa.

La scelta, maturata negli ambienti familiari e di vita quotidiana, ha richiesto un ciclo di studi serali di teologia. Il percorso, attraverso incontri, ritiri spirituali, gite, momenti di riflessione e conviviali, colloqui con il Vescovo, ingresso nella comunità diaconale, li ha aiutati a crescere e a discernere ancora meglio la vocazione al servizio e la figura del diacono che si radica nella scelta sacramentale di Cristo servo per Amore.

“La missione, che ci è affidata da Gesù – dicono gli ordinandi diaconi - è riportata da Marco nel suo vangelo quando Gesù, salendo su una “piccola barca”, lascia i discepoli in mezzo alla folla. I suoi discepoli devono restare nella mischia. Il discepolo è tale in mezzo al suo popolo; luogo della sua missione: la vita della gente. Ci viene chiesto di abitare soprattutto in mezzo a coloro che non vivono la chiesa, occorre, perciò, sviluppare questo gusto spirituale fino al punto di scoprire che tutto ciò diventa fonte di gioia, andare nelle periferie tanto amate da papa Francesco con misericordia e carità”.

Alessio Graziani
Le testimonianze sono riprese dal sito del Seminario Vescovile

Da | Diocesi di Vicenza

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