venerdì 8 maggio 2015

Amore


 


di Francesco Pesce

L’amore è l’esperienza centrale della nostra vita: come scriveva Giovanni Paolo II, «l’uomo non può vivere senza amore». Fin da piccoli, impariamo a parlare se siamo amati; da giovani siamo coinvolti e appassionati dall’amore; come padri e madri avvertiamo l’esigenza di crescere nell’amore dell’altro, uscendo dalla centratura in noi stessi; da anziani o malati, l’amore sarà la condizione per trasformare il limite della vita.
Sebbene l’amore sia lo scopo e la ragione di molte nostre decisioni, facciamo fatica a parlarne in pubblico, tanto che a volte ci sentiamo ridicoli nel portarlo come motivazione delle nostre scelte: non ne parliamo in banca, al lavoro, a scuola. Spesso, dire “l’ho fatto per amore” ci sembra troppo poco, non sufficiente a supportare una nostra decisione. E così, nonostante sappiamo che con esso ne va del senso della nostra vita, un po’ alla volta rischia di diventare sempre più un fatto privato: “l’amore è una cosa mia, tu non puoi capirlo”.
Questo accade anche perché tutti parliamo di amore, eppure è così difficile definirne il significato. Per alcuni, esso è il sentimento che si prova verso un’altra persona, carico di emozioni; talmente fatto di emozione e passione che, finite queste, sembra finire anche l’amore. Per altri c’è amore solo quando si è capaci di dono totalmente gratuito di se stessi, libero da qualsiasi desiderio, considerato un’eventuale macchia dell’amore.
Benedetto XVI ci ha insegnato che amore erotico e amore di dono, «eros e agape — amore ascendente e amore discendente — non si lasciano mai separare completamente l’uno dall’altro». Anzi, «quanto più ambedue, pur in dimensioni diverse, trovano la giusta unità nell’unica realtà dell’amore, tanto più si realizza la vera natura dell’amore in genere». L’amore erotico apre alla relazione con l’altro, spinge all’incontro, ma è solo il dono di sé che realizza quel desiderio di unione con l’altra persona. Non c’è l’uno senza l’altro.
Allora, che cos’è l’amore? L’amore nasce in modo imprevedibile, ma si fa strada un po’ alla volta nella vita dell’uomo, a mano a mano che questi lo fa crescere aderendovi con le proprie scelte, fino al dono di sé. Per questo, l’amore è unità tra la scoperta di essere preceduti e amati e lo slancio ad amare a propria volta, a giocarsi in prima persona, a decidersi di donarsi. Costruirsi donandosi, non solo a parole o con le idee, ma con azioni e gesti appassionati, carichi di se stessi, di slancio verso l’altro, di passione per l’altro e il suo bene. E l’amore tra tra uomo e donna ne è l’emblema: talmente bello da motivare una scelta per sempre, talmente potente da essere fecondo, capace di far nascere un’altra vita, imprevedibilmente unica, amata e che amerà a sua volta.
Immersi in tale esperienza dell’amore, così grande ma nello stesso tempo fragile, uomo e donna possono fare l’esperienza che le loro forze non sono sufficienti per garantire la crescita dell’amore. Dove porre la fiducia che l’amore non si esaurirà?
Sebbene l’amore umano possa fallire, essere ferito, tradito, dimenticato, è stato scelto dal Dio cristiano per raccontare di sé: non l’essere, non le idee, non i concetti, ma l’esperienza dell’amore umano tra un uomo e una donna è in grado di rinviare all’amore del Dio di Gesù Cristo per l’umanità. Tanto da diventarne un tutt’uno.
Amati dall’amore, ci scopriamo amabili e capaci di pienezza solo amando.

da | firenze2015

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