giovedì 26 dicembre 2013

Si comincia coi matrimoni gay e si finisce con la poligamia


Lo (strano?) caso del mormone che nello Utah potrà vivere con quattro mogli, protetto dal Primo emendamento come le coppie omo

Il precedente era stato in Brasile, quando nel maggio dell’anno scorso un uomo e due donne a Tupã, stato di San Paolo, si erano presentati da un notaio per una “scrittura pubblica dichiaratoria”, pubblicata poi tre mesi dopo nel Bollettino ufficiale dello stato. Così si era introdotta di fatto la poligamia, attraverso l’istituto della “união civil” che è la versione brasiliana dei Pacs francesi, e che già dal maggio del 2001 il Supremo tribunale federale di Brasilia aveva sancito si potesse applicare alle coppie gay. Lo stesso è ora accaduto negli Stati Uniti con la sentenza attraverso cui il giudice Clark Waddoups ha dichiarato non solo che la legge contro la poligamia dello stato dello Utah viola il Primo emendamento della Costituzione secondo cui “il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione”, (sarebbe dunque incostituzionale vietare la poligamia) ma si è appunto rifatto all’evoluzione delle legislazioni pro gay.
Il beneficiario della sentenza si chiama Kody Brown: un 44enne che ha quattro mogli e 17 figli. Brown appartiene a quella chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, i mormoni, che dal 1852 ha introdotto ufficialmente la poligamia tra i suoi principi, ispirandosi all’Antico Testamento. Cosa che accrebbe il clima di ostilità popolare per sfuggire al quale i mormoni già dal 1847 avevano iniziato a emigrare in massa nello Utah, da loro organizzato in un territorio di fatto indipendente: arrivarono a combattere contro le truppe federali una vera e propria guerra. In seguito le relazioni si distesero, ma proprio per via della poligamia la promozione dello Utah a stato continuò a essere bocciata fino a quando, nel 1890, il leader della chiesa non ebbe una “rivelazione” divina, che abrogava quella con cui il profeta Joseph Smith aveva istituito il matrimonio plurimo, non senza uno scisma interno: due gruppi  per protesta emigrarono in Messico e in Canada. Tra questi c’erano gli avi di Mitt Romney. Dal 1896 lo Utah ebbe una legge anti poligamia particolarmente severa. Nello Utah è in teoria reato pure la coabitazione tra un uomo e più donne.
Di fatto, però, la poligamia è tuttora relativamente diffusa, e Kody Brown per sostenere il suo appello in tribunale due anni fa ha addirittura montato un reality, per mostrare agli americani l’armonia e la bellezza del suo ménage a cinque. Il giudice Waddoups ora ha appunto detto che, sì, lo stato dello Utah ha tutto il diritto di non concedere più di una licenza di matrimonio a persona, ma non può proibire anche la coabitazione. Ovvia obiezione: ma nel 1879 la Corte suprema non aveva stabilito che le leggi anti poligamia non violano la libertà religiosa protetta dal Primo emendamento? Sì, ha riconosciuto nella motivazione della sentenza. Ma ha osservato che negli ultimi anni la stessa Corte suprema ha modificato la propria giurisprudenza, in modo da proteggere sempre più il diritto all’intimità dei cittadini, e che oggi i suoi membri sono “meno inclini a permettere la coercizione di gruppi impopolari da parte della maggioranza”, citando il precedente della sentenza che nel 2003 ha dichiarato incostituzionale la legge anti sodomia del Texas. Perché i gay sì e i mormoni poligami no?
Il FOGLIO

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